Les 2 Moulins

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Dio è Morto

Non è certo una novità, ma Dio è morto.
La maggior parte delle persone, in realtà, non se ne è ancora accorta ma Dio è morto anche per loro: non è un fenomeno che interessa solo gli atei miscredenti.

Ma cosa vuol dire che Dio è morto?
Forse non sono in molti a chiederselo perché è una frase fin troppo inflazionata con un significato che sembra evidente ma che sfugge ai più; infatti:

"Dio è morto" non è inteso letteralmente, come in "Dio è ora fisicamente morto", piuttosto è la maniera di Nietzsche di dire che l'idea di Dio non è più fonte di alcun codice morale o teleologico.
[cit. wikipedia]
La spiegazione più chiara e concisa che abbia mai sentito a riguardo è firmata Umberto Galimberti, che si può esporre così:
Prendendo in cosiderazione il Medioevo non si può prescindere dall'idea di Dio per capirne l'arte, da Michelangelo a Dante, la filosofia, da Sant'Agostino a Cartesio, la politica dei Re e dei Papi e persino la vita sociale dei più umili: se togliessimo Dio, il concetto di Dio, niente avrebbe più senso. Oggi invece Dio non serve più a spiegare l'arte, non serve a spiegare né la filosofia, né la politica, né nient'altro mentre non possiamo fare a meno della Tecnica, della Scienza e dell'Economia.

Ogni tanto e sempre più spesso, qualcuno tenta di ricacciare l'idea di Dio nel nostro mondo ed a forza di spingere, sfruttando la potenza politica che le religioni ancora detengono (immeritatamente), qualcosa ottengono. Ma vorrei ricordare a questi individui, che Dio non è ancora morto in tutto il mondo: se vogliono possono ancora vedere con i loro occhi come si presenta un mondo nel quale Dio è vivo e vegeto andando in Iraq, in Afghanistan, in Pakistan et al.

 
 
 
 

Posta un commento 7 commenti:

Amélie ha detto...

Sono d'accordo: per la società occidentale Dio è morto già da parecchio tempo e vista la pessima situazione in cui si trovano gli stati in cui è vivo e vegeto, non mi sembra sia una gran perdita.

4 gennaio 2008 alle ore 17:05

My funny Valentine ha detto...

Ahi ahi! Sono d'accordo con il tono del post, non però con il finale polemico... E non certo perché impazzisca per Dio - né per la sua Idea - o lo celebri ad ogni festa comandata...
Ma l'idea che, leggendo, ho avuto è stata questa: ma di che dio stiamo parlando? Certo, Galimberti ha ragione: il Medioevo non può essere compreso senza Dio, ma è del Dio della religione rivelata quello di cui parla.
Oggi, non possiamo capire il mondo senza l'Economia o la categoria dell'Immagine... ma è sempre di un dio che stiamo parlando, anche se non è più il Dio rivelato. Allo stesso modo in cui - scusate la banalità - era un dio il comunismo, un dio l'illuminismo, ecc. Esattamente come io interpreto il Beckett di Aspettando Godot: chi se ne frega qual è il nome proprio della categoria che adesso noi umani adoriamo: il suo cognome sarà sempre Dio.
E, onestamente, questo nostro occidente soggiogato dalla Tecnologia (figliastra degenere della Tecnica) e senza ideali, mi fa tristezza esattamente quanto l'Afganistan cripto-fondamentalista. In questo caso, mal comune non fa mezzo gaudio... anche se si stratta di mali diversi.
V

7 gennaio 2008 alle ore 14:12

Nino ha detto...

@my funny valentine:
A mio avviso la differenza tra il Dio della religione (rivelata o meno che sia) e il Dio che ipotizzi tu non è così sottile come puo' sembrare.
Infatti solo il Dio delle religioni si porta dietro un bagaglio di verità assulute ed incontestabili, mentre la scienza offre solo verità relative e gode esplicitamente della contestazione delle verità esistenti per avanzare nella ricerca.
Naturalmente è necessario ridefinire il termine verità ma questa è un'altra storia.

Quindi, fai attenzione: in un mondo dove Dio non è morto (nel senso discusso nel post) è una minoranza, l'aristocrazia religiosa, a decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato e nessuno è in diritto di replicare perché così vuole Dio; mentre se Dio muore, magari è sempre una minoranza a decidere, ma noi possiamo manifestare il nostro dissenso senza il rischio di venire lapidati!

Inoltre, secondo me, è necessario non fare confusione tra la "religione" e Dio.
E' noto e certo che il comunismo non solo sia diventato una religione ma che sia stata una trasformazione non casuale ma voluta, ma non si può dire che il comunismo era Dio (sempre nell'accezione data nel post).

8 gennaio 2008 alle ore 22:24

My funny Valentine ha detto...

Hai ragione, senza dubbio, a distinguere tra Dio e religione, così come a distinguere le verità assolute della religione da quelle relative delle scienze.
Ma, purtroppo, quello a cui stiamo assistendo ormai da tempo è un'assolutizzazione della scienza e della tecnologia e dell'immagine e dell'economia, e in genere di tutte le categorie che abbiamo citato. Come dire: la differenza c'è, non è sottile, ma il risultato (ovvero il nostro atteggiamento verso queste nuove "divinità") non è tanto diverso.
Chi oggi rifiuta di aderire al dio dell'immagine o della tecnologia è emarginato dalla società, esattamente come, un tempo, chi rinnegava apertamente Dio era un anticristo scomunicato.
Non so, forse ho dato un senso tutto mio al tuo post... e le mie risposte ti sembrano fuori tema. Ma davvero, non riesco a vedere "le magnifiche sorti e progressive" della scienza e della ricerca.
Diciamo che l'avvento della Shoah (a mio parere, evento-cardine del '900 - di cui mi sono occupata per anni) ha distrutto la mia fede nella tecnica, nella scienza e soprattutto nella capacità dell'uomo di saperle gestire con coscienza.
V

8 gennaio 2008 alle ore 23:40

Nino ha detto...

No, non sono affatto fuori tema, e anche se lo fosse, qualunque scambio di idee costruttivo è positivo.
Certo è che stiamo affrontando temi per esaurire i quali non basterebbe un libro!

Sappi che la tua posizione è condivisa da molti e sembra difficile aver fiducia nella tecnica e null'umanità dopo eventi come l'olocausto o la bomba di Hiroshima.
Ma questa è proprio la dimostrazione che l'etica sta evolvendo: pensi che Gengis Khan sia stato più 'umano' di Hitler? Hitler era un dilettante per quanto riguarda i massacri, in confronto a Gengis Khan; come pensi che venissero trattati gli schiavi nella Roma antica? Certo, i cadaveri non venivano usati per fare lampade o saponette, ma il trattamento da vivi non era molto diverso da un campo di concentramento.
Puoi ribattere che questi esempi non erano deliberati tentativi di pulizia raziale, ma che dire allora, della conquista dell'america? Gli Americani sono riusciti dove Hitler ha fallito a giudicare dal numero di indios rimasti, no?
Ma è rischioso giudicare gli eventi storici passati con i principi etici di oggi perchè l'etica si evolve e questa sua evoluzione, per inciso, avviene sempre in contrasto ed a dispetto delle religioni.
Pensi che sarebbe stata possibile una moratoria per la pena di morte cento anni fa? Ci avrebbero riso in faccia. E sai qual'e' l'ultimo stato europeo ad aver abolito la pena di morte? Lo Stato del Vaticano, che l'ha abolita nel 1967 e la legge che la istituiva è stata abrogata solo nel 2001!

Ma tornando alla scienza, chi può dire oggi su cosa far ricerca e su cosa no? Nessuno può immaginare quali applicazioni possano avere le nuove scoperte.
Se avessero detto a Boole, l'inventore della l'aritmetica binaria, che avrebbe contribuito a portare l'uomo sulla luna, a migliorare le diagnosi mediche (si pensi alla TAC) ed a creare una rete informativa mondiale pensi che ci avrebbe creduto?

Probabilmente sono stato un po' prolisso e mi sono lasciato prendere la mano da qualche parentesi ma, come ho già detto, il tema è vasto. Spero che il mio punto di vista sia chiaro.

9 gennaio 2008 alle ore 12:10

My funny Valentine ha detto...

Mi sembra che siamo tutti e due abbastanza prolissi, non ti preoccupare! ;-) E' che il tema è bello, ricchissimo di spunti e molto attuale. Quindi, perché privarci di scambiare opinioni?
Per quanto riguarda la tua ultima risposta, sì, concordo. La scienza è imprevedibile e affascinante, spesso utile all'umanità e al progresso, e non mi permetterei mai di lasciarmi andare ad esternazioni fastidiose quali "si stava meglio quando si stava peggio". Quindi, ben venga la scienza quando la scienza è al servizio dell'uomo (e non viceversa!).
Una sola considerazione: è vero che non bisogna giudicare eventi del passato con le categorie etiche di oggi. Ma le categorie etiche non cambiano alla velocità con cui noi ci cambiamo gli slip. Quello che è successo negli anni Quaranta in Europa non può essere giudicato altrimenti che con le nostre categorie di oggi: troppo recente quello che è successo per poter dire che le "categorie etiche" allora fossero diverse, tanto meno in una Germania che era la culla della cultura, del progresso e della civiltà. Come ha ben scritto Bauman in Olocausto e Modernità, la Shoah è stata possibile NELLA modernità come CONSEGUENZA della modernità, quella modernità in cui noi ancora del tutto immersi, caratterizzata - per l'appunto - da una smisurata fiducia nella tecnica e nei suoi poteri taumaturgici...
V

9 gennaio 2008 alle ore 15:27

Nino ha detto...

Dimentichi che l'antisemitismo in quel periodo era molto diffuso, e non solo in germania: la cristianità non ha mai avuto rispetto per i giudei considerati responsabili di deicidio.
Quindi mi sembra quantomeno azzardato dar la colpa della Shoah alla modernità.

Inoltre guardando la storia ti accorgerai che è proprio negli utlimi 3, 4 secoli che si è avuta un'accelerazione dell'evoluzione dell'etica con molti passi avanti come l'abolizione della schiavitù e della pena di morte.
E questa improvvisa accelerazione a cosa può esser dovuta se non alla scienza che può liberare l'uomo dalle superstizioni e dalle credenze irrazionali?

9 gennaio 2008 alle ore 17:51

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