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Signoraggio: la bufala 2

Mi sono reso conto che il mio ultimo post sul signoraggio è un po' ingarbugliato e di difficile comprensione a causa del linguaggio usato nelle citazioni, forse un po' troppo tecnico.
Per l'ultima volta, in modo definitivo e, spero, chiaro, voglio smentire la bufala che il signoraggio consiste nel guadagno ottenuto come differenza tra costi di produzione/distribuzione e valore nominale della banconota.

I signoraggisti affermano che:

  1. La Banca Centrale presta le banconote allo Stato.
  2. La Banca Centrale è una S.p.A., quindi tutto l'incasso è una perdita per lo Stato.
Come già visto nel mio post precedente queste premesse sono, come minimo, imprecise, se non errate:
Il capitale della BCE è composto esclusivamente da denaro proveniente dalle Banche Centrali dei Paesi Europei e la Banca d'Italia è un Istituto di Diritto Pubblico (quindi non S.p.A.), inoltre le banconote vengono investite in Titoli di Debito Pubblico quindi il tasso di interesse è molto più basso rispetto ad un prestito.

Ma, anche supponendo corrette le premesse usate dai signoraggisti, essi arrivano comunque ad una conclusione errata perché è la stessa logica col la quale viene portato avanti il ragionamento ad essere sbagliata (non so se per ignoranza o per dolo). Vediamo perché:

Per semplificare i conti, assumiamo che stampare e distribuire denaro non costi niente alla Banca (che quindi guadagna ancora di più).

Passo 1: Lo Stato chiede alla Banca 100€. La Banca li stampa e li presta allo Stato con un tasso d'interesse annuo del 10% (molto alto).
Entrate per lo Stato: 100€ (i prestiti vanno nelle entrate, è la legge)
Netto per lo Stato: +100€
Uscite per la Banca: 0€ (abbiamo detto che stampare non costa niente)

Passo 2: Lo Stato investe il denaro. Come? In opere pubbliche (strade, ferrovie), In stipendi per i dipendenti pubblici, etc... (è in questo modo che la cartamoneta entra in circolazione)
Ipotizziamo che lo Stato investa tutto il prestito:
Uscite per lo Stato: 100€
Netto per lo Stato: 0€

Passo 3: Come guadagna lo Stato? Con le tasse e le imposte indirette, naturale ritorno dell'investimento in servizi.
Molti Stati Europei hanno un bilancio in attivo, ovvero entrano più soldi in tasse di quanto vengano spesi in servizi. In Italia no. Sia perché è un paese di delinquenti (chi evade un pagamento, pur usufruendo dei servizi legati a tale pagamento, non è che un ladro) sia per gli enormi sprechi della politica e dell'amministrazione.
Il famoso "pareggio di bilancio", che Tremonti spera di ottenere presto non è altro che questo: fare in modo che gli investimenti in servizi siano almeno uguali al ritorno in tasse.
Nel nostro esempio, facciamo finta che tutti paghino le tasse:
Entrate per lo Stato: 150€ (guadagnando ad esempio 50€, ma è ininfluente l'ammontare)
Netto per lo Stato: +150€

Passo 4: Sono passati 2 anni e lo Stato restituisce la Banconota da 100€ alla Banca, che la distrugge:
Uscite per lo Stato: 120€ (la banconota da 100€ più l'interesse del 10% per 2 anni)
Netto per lo Stato: +30€ [1]
Entrate per la Banca: 20€ [2]
Netto per la Banca: +20€

Quindi l'utile della Banca è pari all'interesse dell'investimento, c.v.d.
Eh, si! Perché la Banca con le 100€ non può farci proprio niente visto che è stata lei stessa a stamparle. Quella banconota non vale niente una volta uscita dalla circolazione, perché è carta! Quindi la distrugge, perché essendo vecchia ed usurata conviene stampare una banconota nuova, piuttosto che reintrodurre in circolazione questa.
Esattamente come un assegno: quando due clienti di una stessa banca si scambiano un assegno, la banca non guadagna l'importo dell'assegno quando lo incassa; a differenza del caso in cui i due siano clienti di banche differenti. Ecco: gli euro non sono altro che assegni tutti della stessa Banca e, prima o poi, devono tornare alla Banca che li ha emessi (la BCE).

Infine, smontando anche le premesse dei signoraggisti le uniche differenze sono:
  1. Se la Banca investe la carta stampata in Titoli di Debito Pubblico piuttosto che prestarli allo Stato, l'interesse è molto più basso, quindi il guadagno è minore.
  2. La Banca, non essendo privata, trasforma l'interesse guadagnato (depurato delle spese di gestione), in entrate per lo Stato stesso, come testimoniato su quella pagina della Banca del Canada da cui ho preso anche la citazione nel post precedente (purtroppo non sono riuscito a trovare una testimonianza simile per la Banca d'Italia o la BCE)
Se ancora non fossi stato abbastanza chiaro o se desiderate maggiori chiarimenti, potete venire a discuterene sul forum di Webarchia, da dove è partito il mio interesse per l'argomento.

[1]: L'utile netto dello Stato, ovviamente, dipende da molti più fattori e può essere anche zero (pareggio di bilancio) o negativo (aumento del debito), ma nel nostro esempio non è importante.
[2]: Se per la Banca quelle 100€ fossero un guadagno, perché perder tempo a prestarle allo Stato? Avrebbe potuto stamparne a centinaia di milioni e spenderle per comprare oro, diamanti, un yacht per l'amministratore delegato, un lecca lecca al figlio dell'amministratore delegato, etc... ottenendo comunque l'inserimento in circolazione delle banconote. Sta qui l'assurdità e l'illogicità intrinseca di chi sostiene il complotto ai danni della Sovranità Monetaria, la Bufala. Sfido chiunque a dimostrare il contrario.

 
 

La soluzione della Casta ad un problema solo Italiano

Il problema c'é ed è un problema serio: ogni democrazia deve garantire la separazione e l'indipendenza dei poteri.
In Italia i poteri in gioco ormai sono solo due: il potere giudiziario e quello politico, quest'ultimo visto come accorpamento del potere esecutivo e di quello legislativo, entrambi in mano, per legge, alla stessa coalizione (così non era nella 1ª Repubblica).

Così come il potere politico non deve influire su quello giudiziario, quello giudiziario non deve influire su quello politico.
La politica infatti non può decidere chi è giusto processare e chi no, bloccando i processi per legge e spostando giudici o interi processi, ed è per garantire questa indipendenza che l'organo che ha l'ultima parola sui procedimenti disciplinari di pm e giudici è il CSM: organo di autogoverno e di nomina, parzialmente, autonoma dalla politica.
E la giustizia non può decidere chi deve governare o fare le leggi e, per questo, anche in Italia è necessaria l'autorizzazione a procedere del Parlamento per processare un qualunque onorevole. Strumento che dovrebbe essere utilizzato solo in casi eccezionali e cioè quando c'é il sospetto che l'inchiesta abbia scopi diversi dal semplice accertamento delle responsabilità penali dell'onorevole in questione.

Naturalmente il potere giudiziario è, per forza di cose, in parte sottomesso al potere legislativo, perché tutti devono obbedire alle stesse leggi. Ragione per cui dovrebbe essere effettiva, e non solo nominale, anche la terza separazione, quella tra potere legislativo e potere esecutivo.

Da queste premesse sembrerebbe che il provvedimento per l'immunità delle alte cariche sia non solo giusto, ma anche doveroso per rispetto delle regole stesse della democrazia.
Peccato che questa conclusione, benché implicitamente propinataci da qualsiasi mezzo d'informazione, sia errata. Drammaticamente errata.
L'errore sta nell'anomalia Italia: unico paese dell'occidente Democratico dove si possa candidare alle elezioni un pregiudicato.

Se il politico era già sotto inchiesta prima che si candidasse alle elezioni, non è più un problema di indipenza tra poteri ma semplicemente di legalità: se quello è colpevole non solo sarebbe giusto interrompere la sua attività istituzionale, ma necessario per il bene della cosa pubblica (forse c'è sempre qualche partigiano affezionato), altro che "completare il mandato ricevuto dai cittadini". Inoltre, se vince le elezioni, il pregiudicato, acquisisce un potere sul giudicante che prima non aveva quindi, semmai, il problema dell'indipendenza è ribaltato.

Ma perché in Italia abbiamo questa anomalia? Possibile che non siamo stati in grado di dotarci in tempo delle leggi necessarie per tenere fuori dalla politica i delinquenti.
No. Perché non servono leggi. Nessun paese democratico le ha. Ma negli altri paesi democratici esiste un quarto potere indipendente dagli altri tre (politico, esecutivo, giudiziario): il potere dell'informazione.
Negli altri paesi democratici una qualsiasi macchia sulla fedina penale ti rende impresentabile a qualsiasi elezione, anche a quella per il presidente della associazione bocciofila: per la carica di Premier basterebbe molto meno (Bill Clinton ha rischiato la destituzione per una scappatella, ricordiamolo).
In Italia no. Il quarto potere, quello più importante, perché è quello che trasferisce il potere direttamente ai cittadini, è in mano al potere politico, alla casta.
Quindi non possiamo far altro che rassegnarci anche a quest'ultimo passaggio di mano: con l'accorpamento del potere giudiziario sugli altri tre, che si finalizzerà con una già annunciata riforma del CSM, la trasformazione da democrazia a dittatura mediatico-sondaggistica, sarà completo.

Comunque rallegratevi, non ce ne accorgeremo affatto: il passaggio avverrà e per tutti noi non cambierà niente, continueremo ad andare a fare la spesa al supermercato con il nostro SUV, a guardare Maria de Filippi alla televisione e ad andare a votare, felici.
Forse a qualcuno mancherà il pensare, ma poi passa.

 
 

Signoraggio: la bufala

Il modo con il quale ho affrontato e spiegato il tema signoraggio in un mio precedente post, si è rivelato errato ed inadatto.
A mia discolpa posso portare il fatto che, errato ed inadatto, era il modo con il quale quel tema viene spiegato sulla gran parte dei siti internet che ne parlano (uno di essi citato anche nel mio post).

La definizione corretta di signoraggio è la seguente:

“In linea di principio, la creazione di base monetaria in condizioni di monopolio dà la possibilità alla banca centrale di ottenere redditi (il cosiddetto signoraggio) pari alla differenza tra i ricavi ottenibili dall'investimento in attività finanziarie e reali e i (trascurabili) costi di produzione. Poiché questi redditi derivano dalla condizione di privilegio concessa dallo Stato, i profitti sono in genere incamerati in misura prevalente da quest'ultimo, sotto forma di imposte. Un limite alla produzione, potenzialmente illimitata di base monetaria è posto dall'obiettivo del mantenimento di un livello dei prezzi relativamente stabile, data la relazione diretta che storicamente si è osservata tra inflazione e offerta di moneta.”
Bagliano e Marotta, Economia monetaria
Il Mulino, pag. 18
In definitiva è falso affermare che il signoraggio è la differenza tra il valore nominale della banconota ed i costi di produzione, come affermano i signoraggisti e come è riportato nell'immagine posta a descrizione di questo post (in alto a destra).
Qui di seguito un esempio reale descritto dalla Banca del Canada, dove si discrimina tra moneta (coniata dallo stato):
"Il Ministero delle Finanze paga la Zecca Reale Canadese perché produca e distribuisca tutte le monete (metalliche) canadesi. Il costo per produrre un dollaro canadese ammonta a circa 12 centesimi. Di conseguenza si produce un reddito da signoraggio di circa 88 centesimi a favore del governo canadese, per ogni dollaro ceduto alle istituzioni finanziarie al valore facciale."
e cartamoneta (stampata dalla Banca del Canada stessa):
"Il signoraggio è la differenza tra gli interessi ricavati dal portafoglio di titoli pubblici e i costi per produrre e distribuire banconote. A differenza del signoraggio per le monete, le banconote generano un signoraggio per alcuni anni.
Prendiamo, per esempio, una banconota da 20 dollari, che è la più diffusa. Ad un tasso di interesse medio del 5%, una banconota da 20 in circolazione produce ricavi per 1 dollaro circa all’anno. Il costo di produzione ammonta a 6 centesimi per un periodo di circa 3 anni, che significa un costo di 2 centesimi l’anno.
Se si aggiungono costi medi di distribuzione di circa 2 centesimi, il risultato è un costo annuo medio di circa 4 centesimi per mettere in circolazione e sostituire la banconota usurata.
La Banca del Canada ottiene dunque un reddito netto di circa 96 centesimi per ogni banconota da 20 dollari in circolazione."
Ovvero la Banca investe il denaro stampato nel debito dello Stato e fa esattamente quello che facciamo tutti noi quando acquistiamo i BOT: finché il denaro usato per acquistarli rimane in mano allo Stato, genera interesse, che poi ci viene accreditato quando ritiriamo il denaro.

Infine è falso dire che le Banche Centrali sono S.p.A.
Non so come funzioni in America o in Canada ma in Europa certamente non è così.
Non conosco esattamente lo statuto societario della BCE ma le quote di partecipazione sono esclusivamente delle Banche Centrali degli stati membri e la Banca d'Italia non è una S.p.A.:
  1. È sufficiente leggere lo Statuto della Banca d'Italia per scoprire che è un "Istituto di diritto Pubblico"
  2. Quale S.p.A. farebbe scegliere il proprio presidente dal Governo di uno stato? Nessuno si ricorda della destituzione di Fazio e della sua sostituzione con Draghi? Già, perché la scelta del presidente (in carica per 7 anni, mi sembra) spetta al Governo... strana S.p.A., no?
A chi volesse saperne di più, consiglio di leggersi questo pdf che ho trovato in rete, con fonti e citazioni autorevoli (e non "non meglio definiti laureati in economia con una tesi sul signoraggio", che pullulano sui siti signoraggisti).

 
 

Arrestateci tutti. Disobbedire per informare

Ho aggiunto l'importantissimo banner "arrestateci tutti" nella colonna a destra (sezione On The Wall):



Se non sapete di cosa si tratti dovete vedere questo video.

 
 

Prove tecniche di fascismo

"Berlusconi naturalmente ha un processo in corso a Napoli, d'udienza preliminare, per corruzione insieme al suo amico Saccà, direttore di Rai Fiction sospeso, perché? Perché al telefono prometteva, a Saccà, aiuti per una sua attività privata in cambio dell'assunzione di ragazzine [...] che interessavano in parte a Berlusconi e in parte a un misterioso senatore dell'Unione che un anno fa, in cambio del piazzamento delle ragazzine a Rai Fiction, a spese nostre, avrebbe fatto cadere il governo Prodi.
Pare, come ha scritto Repubblica ieri (08/06 ndr.), che ci siano altre telefonate ancora più sfiziose su questo vero e proprio uso criminoso della televisione pagata con i soldi pubblici. E allora? Bisogna impedire che vengano fuori con una legge che salverà migliaia di criminali per salvare uno o due indagati."

Passate parola...





Post originale.