Les 2 Moulins

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Perché mi sono sbattezzato

Sperando che non diventi un'abitudine, mi sento costretto a rispondere (virtualmente) ad un non meglio specificato Don Antonio Marini che in una lettera sulle pagine del Tirreno di oggi (un diffuso giornale di provincia) scrive: "Più che atei sembrano brigatisti".

L'Argomento del contendere è stato introdotto nello spazio delle lettere da una precedente missiva intolata "Perchè mi sono sbattezzato" e citata nella risposta di Don Antonio.
Tale lettera, che purtroppo non ho potuto leggere perché non sono un assiduo lettore del Tirreno, viene usata per accusare gli atei tutti di intolleranza e di terrorismo, accusa ormai molto in voga per delegittimare gli avversari, politici o filosofici che siano, ed a cui non ho nessuna intenzione di rispondere.

Nella sua lettera, Don Antonio, liquida in poche righe le motivazioni di chi voglia sbattezzarsi:

Per la Chiesa il battesimo è un sacramento e come tale non può essere annullato per volontà dell'interessato. E anche chi non crede non dovrebbe neppure sentire il bisogno di cancellare il fatto avvenuto.
Adesso, lungi da me l'idea di elencare le motivazioni che mi hanno spinto a sbattezzarmi e per le quali rimando gli interessati a questa pagina del sito dell'UAAR, volevo far presente a Don Antonio che, benché per un credente possa sembrar impossibile, a noi atei non interessa affatto il significato esoterico-iniziatico che voi cristiani date al battesimo e ci interessa ancor meno il fatto che voi consideriate annullabile o meno il presunto effetto salvifico che gli attribuite.
Per noi atei il battesimo è solamente una registrazione burocratica della nostra presenza in una setta alla quale non vogliamo appartenere e per la quale nessuno ci ha chiesto pareri al momento dell'adesione.

Quindi, se non fossi stato abbastanza chiaro, non è affatto nostro interesse cancellare il fatto avvenuto, noi vogliamo semplicemente che sia notificato che non apparteniamo più alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana.

Forse dovreste semplicemente finirla di considerarci pecorelle smarrite, nella speranza che un giorno potremmo tornare all'ovile, e cominciare a prendere atto che anche in Italia siamo liberi di far parte di altre altre religioni o di nessuna.

 
 

Mi impegno a non chiedere risarcimenti

Ancora una volta, gli uomini di casa Savoia, dimostrano di non saper cogliere l'occasione di stare zitti, rimangiandosi con nonchalance le dichiarazioni fatte nel 2002 in una lettera all'allora Primo Ministro Berlusconi per agevolare il loro ritorno in Italia.
Lettera citata anche durante l'interpellazione parlamentare presentata da Enrico Buemi e
discussa il 23 gennaio 2003, proprio per avere chiarimenti "sull'attività sotterranea di tensione e di conflitto tra i discendenti maschi dell'ex famiglia reale Savoia e lo Stato italiano" visto che su diversi giornali nel 2003 si leggeva di presunte richieste di risarcimento milionari (in euro) da parte degli ex-reali per "i torti subiti". (da Repubblica.it)

Vittorio Emanueli scrive:

[...] Mentre apprendo con soddisfazione che la vicenda della mia famiglia sta per entrare nella fase finale della sua risoluzione, desidero assicurare che è mia intenzione ritirare il ricorso, che presentai avanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo, con sede a Strasburgo, una volta approvata la legge costituzionale abrogativa dei due primi commi della XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione e decorsi i tre mesi prescritti senza che venga richiesto il referendum confermativo. [...]
e candidamente conclude - rivolgendosi direttamente a Berlusconi - "mi voglia credere, Vittorio Emanuele."

I Francesi, beati loro, non hanno di questi problemi: hanno usato metodi ben più efficaci per far capire ai discendenti della famiglia reale (ammesso che ne sia sopravvissuto qualcuno) che in Repubblica il popolo non paga più tasse al Re.

Purtroppo è tardi per erigere ghigliottine in piazza... forse.

 
 

No Comment

Trascrizione della riunione di Gabinetto israeliana del 17 novembre 1948, dagli archivi del Kibbutz Meuhad:
«Adesso anche gli ebrei si sono comportati come nazisti e tutta la mia anima ne è scossa... Ovviamente dobbiamo nascondere al pubblico questi fatti... Ma devono essere indagati.»

54 anni dopo,
Norman G. Finkelstein scrive nel suo First the Carrot, Then the Stick: behind the carnage in Palestine (14 aprile 2002):
«Per reprimere la resistenza palestinese, un ufficiale israeliano di alto rango ha sollecitato l'esercito "... ad analizzare ed a far proprie le lezioni su come l'armata tedesca combatté nel Ghetto di Varsavia". A giudicare dal recente massacro dell'esercito di Israele nella Cisgiordania - ha colpito le ambulanze e i medici palestinesi, ha ucciso dei bambini palestinesi per sport (scritto da Chris Hedges del New York Times), ha rastrellato, ammanettato e incappucciato tutti gli uomini palestinesi dai 14 ai 54 anni, cui sono stati stampati i numeri di riconoscimento sulle braccia, ha torturato indiscriminatamente, ha negato l'acqua, l'elettricità, il cibo e l'assistenza medica ai civili palestinesi, ha usato dei palestinesi come scudi umani e ha abbattuto le loro case con gli abitanti ancora all'interno - sembra che l'esercito di Israele abbia seguito i suggerimenti di quell'ufficiale. Ma se gli israeliani non vogliono essere accusati di essere come i nazisti, devono semplicemente smettere di comportarsi come nazisti»

No Comment.

 
 

Mondo Precario!

Finalmente il Papa si è deciso!
Le sue ultime dichiarazioni sul precariato dei giovani sono proprio quello che il Parlamento stava aspettando: adesso (centro-)Destra e (centro-)Sinistra potranno discutere con serenità sul modo migliore per cercar di risolvere questo annoso problema.

In precedenza un dialogo cotruttivo tra le due fazioni avverse era pressoché impossibile a causa del perenne clima di scontro che regna a Montecitorio e a Palazzo Madama ormai ininterrotto da più di dieci anni; ma adesso, grazie al pronto intervento del Santo Padre, Governo ed Opposizione giungeranno sicuramente ad un accordo in tempi brevi.

Ma perché ridurci sempre a questi richiami, sinceramente spiacevoli per il Nostro Papa?
Perché non annullare una volta per tutte il ritardo che intercorre tra presentazione del problema ed indiduazione di una via valida (e infallibile) da percorrere per risolverlo?
Propongo un disegno di legge di iniziativa popolare per eliminare dalla prassi legislativa italiana il Parlamento, che tanto rallenta il processo di promulgazione delle leggi, per dare direttamente tutti i poteri alla CEI la quale, grazie all'inestimabile guida di Papa Benedetto XVI, riuscirà senza dubbio a produrre leggi giuste ed imparziali.

 
 

Un mare di onde elettromagnetiche

Dispositivi senza fili ormai ci circondano: dal cordless di casa all'inseparabile telefonino, dalle sempre più diffuse connessioni ad internet wi-fi al bluetooth.
Siamo immersi in un mare di radiazioni ma nessuno sarebbe disposto a rinunciarci, grazie alle numerose comodità che ci offrono. Sebbene ancora in tanti pensino che siano dannose.

Cercherò di spiegare perché, secondo me, i campi elettromagnetici di questo tipo, usati per le telecomunicazioni, non sono pericolosi per la salute.

Che cos'è un'onda elettromagnetica?
La definizione potrebbe variare un poco a seconda che lo chiediate ad un fisico piuttosto che ad un ingegnere delle telecomunicazioni ma, in sostanza, si tratta di un fascio di fotoni.
Ad ogni fotone di questo fiume è associata un energia proporzionale alla sua frequenza di oscillazione (vuol dire che, più il fotone è agitato, più è energetico); questa energia, per esempio, viene sfruttata per indurre piccole correnti nell'antenna del nostro cellulare.
Anche la luce è un'onda elettromagnetica composta da fotoni con frequenza compresa tra 400 THz e 800THz (Tera Hertz, milioni di milioni di hertz). Viene irraggiata dal Sole (insieme a fotoni a frequenza anche molto più alta che vengono bloccati dagli strati più alti dell'atmosfera) si riflette sugli oggetti che ci circondano e viene catturata dai nostri occhi, permettendoci di vedere.
Le onde luminose non possono essere nocive per l'uomo, dato che ci siamo evoluti per vivere alla luce del giorno: se potesse ucciderci non ci sarebbe stata vita diurna sulla terra.
Insieme alla luce visibile, però, anche un po' di ultravioletto riesce a passare attraverso l'atmosfera e, essendo a frequenza più alta può alterare il patrimonio genetico delle cellule della pelle, per questo, chi non ha una protezione naturale (abbronzatura) deve usare le creme solari.

Perché le onde elettromagnetiche fanno venire i tumori?
Quando un fotone ad alta energia (quindi ad alta frequenza) colpisce un atomo, gli cede parte della sua energia, destabilizzandolo. Quando l'atomo in questione fa parte di una molecola di DNA in una delle nostre cellule, quest'ultima può trasformarsi in una cellula cancerosa.

Perché vengono usate nelle telecomunicazioni?
Il motivo principale è che, viaggiando alla velocità della luce in tutte le direzioni permettono collegamenti veloci tra due punti qualsiasi con poche infrastrutture rispetto ad un collegamento fisso, senza contare la possibilità di muoversi pur rimanendo connessi.

Però, le onde elettromagnetiche usate per le telecomunicazioni non possono essere pericolose per l'uomo, perchè sono a frequenza molto più bassa del visibile (parliamo di GHz, migliaia di milioni di hertz) e quindi dotate di minore energia: se l'energia di un fotone a 700 THz non è sufficiente a destabilizzare il nostro DNA, come può farlo un fotone a 1,2 GHz (una delle frequenze usate dai cellulari)?

Il discorso è diverso per le linee ad alta tensione.
Mentre per le telecomunicazioni le onde sono emesse ad una frequenza ben precisa e controllata (altimenti non funzionerebbe niente), i cavi dell'alta tensione producono onde elettromagnetiche solo come effetto collaterale del trasporto energetico, pertanto sono completamente incontrollate e ci sono ancora dubbi su quale possa essere la frequenza massima che possono emettere anche se, è abbastanza certo, che vadano molto al di sopra dell'ultravioletto.

 
 

Un po' di intelligenza! (artificiale)

E' ancora presto per poter fare una chiacchierata con HAL, l'astronave di 2001 Odissea nello Spazio, ma la ricerca nel campo dell'intelligenza artificiale sta facendo passi da gigante trovando un numero sempre maggiore di applicazioni.

Le tecnologie più interessanti da un punto di vista filosofico sono indubbiamente i sistemi di decisione basati sulla Logica Fuzzy e le Reti Neurali.
I primi utilizzano un nuovo tipo di logica, chiamata fuzzy cioè sfumata, che non si esaurisce nella dicotomia vero-falso ma che è in grado di gestire molte sfumature di quasi-vero e quasi-falso, dando la possibilità al programma di capire molte delle frasi della vita reale le quali, raramente possono essere etichettate con certezza vere o false.
Le reti neurali, invece, sono delle simulazioni del cervello umano che viene riprodotto, in (molto) piccolo, nella sua struttura di base. In particolare, viene ricreata una rete fortemente connessa di componenti elementari uguali fra loro (i neuroni) che, dopo una opportuna fase di training (allenamento), è in grado di risolvere problemi che necessitano una certa capacità di generalizzazione.

Queste due tipologie di programmi intelligenti, così diversi per concezione, dato che uno simula il modo di pensare umano senza curarsi del modo con cui questo è ottenuto mentre l'altro cerca di ricostruire la struttura del cervello, se affrontano lo stesso problema, arrivano a soluzioni simili e ottimali.
Questo, inevitabilmente, va ad incrinare la credenza comune che non si possa spiegare la complessità della mente umana solo con la mera materia cerebrale.

PS: Mi si perdoneranno le semplificazioni effettuate, rese necessarie dalla complessità del problema

 
 

I miei interessi? Un conflitto

Dopo un anno e qualche mese di governo della Sinistra al governo, quello che sembrava il problema prioritario, da risolvere il prima possibile, non è ancora stato affrontato.

Ebbene sì, sto ancora parlando del Conflitto di Iteressi di Silvio Berlusconi.

Purtroppo non posso fare a meno di disintegrare le ultime speranze di tutti quelli che, con l'avvicendamento della Sinistra al governo del paese, speravano che il conflitto d'interessi di Silvio Berlusconi venisse finalmente risolto.
Infatti, già nel programma elettorale della coalizione di centro(trattino)sinistra, la soluzione prospettata era quella del blind-trust.

Cos'è un “blind-trust”? Non è altro che un fondo fiduciario cieco, ovvero: il mero proprietario delle azioni contenutevi non ne può disporre e non ne può nemmeno conoscere l'andamento.
Quindi, per gli scaltri legislatori del centro(trattino)sinistra, sarebbe sufficiente chiudere le azioni Mediaset di proprietà di Silvio Berlusconi in un blind-trust ma solo in caso di vittoria elettorale.

Qualche comunista, naturalmente, è riuscito a trovare due pecche anche in questa geniale trovata:

  1. Sembra che il conflitto di interessi imperversi anche quando Silvio Berlusconi è all'opposizione e non solo quando è al governo.

  2. E' stato detto inoltre che il blind-trust riesce solo ad evitare che il titolare delle azioni possa prendere delle decisioni volte a migliorare l'andamento in borsa della società, ma questo non è il problema principale nel caso di Mediaset la quale è, prima di tutto, uno strumento di manipolazione dell'opinione pubblica, in grado di deformare le normali dinamiche del dibattito politico democratico.
    I direttori dei telegiornali e dei programmi Mediaset sanno benissimo chi è il loro proprietario, anche se lui parcheggia le azioni in un blind-trust.


Forse sarebbe opportuno incominciare a pensare alla televisione e soprattutto all'informazione televisiva, nella nostra era mediatica, come ad un ulteriore potere democratico da affiancare ai classici poteri individuati da Montesquié circa tre secoli fa (esecutivo, giudiziario, legislativo).

Così da garantire l'indipendenza anche per il potere mediatico, così come per gli altri tre, a partire dalla costituzione stessa. (Rimettendo in discussione anche il controllo sulla Rai, ma questa è un'altra storia...)

La soluzione del conflitto d'interessi, infine, dovrebbe essere l'alternativa secca:
O Silvio Berlusconi vende le televisioni e rimane in politica oppure si ritira a vita privata e si tiene alcune televisioni (dato che la Corte Costituzionale ha già decretato ben due volte, inascoltata, che un soggetto privato non può essere concessionario di più di due frequenze televisive su analogico terrestre).

Ispirato da un articolo di Micro Mega di:
Oliviero Beha, Paolo Gentiloni (Ministro delle Comunicazioni), Sabina Guzzanti, Marco Travaglio.

 
 

ADSL Libero!

Se fossi superstizioso direi che iniziare il mio nuovo e fiammante blog con un post di lamentele e recriminazioni è decisamente infausto; ma non lo sono, pertanto...

Antefatto:
Ho una connessione ADSL 4Mega con un operatore telefonico che forse è bene non citare (ma che ho abilmente camuffato ne titolo del post ) e, dato che lo stesso servizio è offerto a costi minori se fornito da una linea ADSL 2+ persino dal mio stesso provider, ho deciso di fare l'upgrade!
Purtroppo ho scoperto che il mio provider non mi raggiunge con l'ADSL 2+, pertanto sono costretto a cambiare gestore.

San Bersani?
Fino all'anno scorso disdire un abbonamento ADSL era alquanto difficoltoso; era necessario, infatti, attendere la scadenza naturale del contratto, della durata di un anno, oppure pagare una mora pari al totale delle mensilità non ancora corrisposte.
Per fortuna è arrivato il Decreto Bersani a sistemare le cose, obbligando i fornitori di servizi di telefonia e simili a garantire il recesso immediato dei contratti con i clienti, senza mora; visto che le spese effettive per la cessazione del servizio a carico del provider sono irrisorie.

Ma (ci deve sempre essere un 'ma'), ai suddetti fornitori di servizi, è bastato cambiar nome alla mora per continuare a tassarci.
Se l'avessero chiamata bionda avrebbero, almeno, dimostrato un minimo di sense of humor, invece le hanno dato il, ben più freddo, nome di contributo di disattivazione che varia allegramente dai 40 ai 60 euro a seconda di quale compagnia avete la fortuna di usare.
E le sorpese non finiscono: adesso dovrete pagare il contributo di disattivazione anche se aspettate la scadenza naturale del contratto ovvero, in pratica, se non rinnovate ogni anno il contratto con il vostro fornitore di connessione ADSL, siete obbligati a dargli un contributo.

Non è racket, questo?

Se ne occupato anche Altroconsumo: qui.