Les 2 Moulins

IconIl Bistrot delle Idee

Sfogo

Fini, Casini, Berlusconi e Bossi (non in foto) fino a due, tre settimane fa non si potevano parlare e, improvvisamente, si sono riappacificati: pronti per affrontare insieme la sfida delle urne. Sembra che non siano mai stati divisi!

E tutti in coro a chiedere il confronto elettorale ed a rifiutare qualsiasi proposta di governo istituzionale per la modifica della legge elettorale.

Mi domando: perché gli unici a volere la riforma elettorale sono gli unici che sicuramente non avranno niente da guadagnare da una legge equa e di ispirazione democratica?

Ormai è abbastanza sicuro che le prossime elezioni politiche saranno vinte dal centro-destra ma, quello che oggi è un ampio margine, potrebbe ridursi ad una manciata di voti, come è già successo. Andare al voto con questa legge elettorale ci porterà con ogni probabilità ad un nuovo periodo di stabilità ed insicurezza; altri due anni, se abbiamo fortuna, probabilmente di più perché, si sa, a destra trovano più facile turarsi il naso alle votazioni (Come quando Fini ha votato per il Federalismo voluto da Bossi).

Chi o cosa potrebbe trarre vantaggio da questa situazione ad esclusione del centro-sinistra che potrebbe vedersi accorciare il periodo di opposizione e la possibilità di rinfacciare al centro-destra la sua inconcludenza, in futuro? Di certo non l'economia italiana, o la sicurezza, o le relazioni internazionali: di certo non i cittadini italiani.
Ma al terzetto in foto non interessa che andare al governo, probabilmente per fare nient'altro che i loro interessi.

Certo, anche la sinistra avrà i suoi vantaggi nel prolungare la sua permanenza al governo ma la legislatura sarebbe comunque vincolata all'approvazione della nuova legge elettorale, dopo di che sarebbe costretta a sciogliersi. Inoltre aumenterebbe il rischio di un altro quinquennio Berlusconi.

Questa esperienza dovrebbe averci insegnato che è meglio un governo con i numeri per governare (anche se di destra, dico io) che un governo incapace di prendere qualsiasi decisione ma, si sa: siamo italiani e le cose ci entrano meglio in culo che in testa.


 
 

La Caduta del Governo Prodi

Triste giorno per l'Italia ieri.
Essendo sfumata qualsiasi residua possibilità di rinnovamento della legge elettorale, saremo presto richiamati alle urne per riconfermare tutti i parlamentari (e quindi legislatori) oggi presenti, tranne forse qualcuno in meno per il centro-sinistra e qualcuno in più per il centro-destra. Poiché le liste le fanno loro saranno loro a decidere chi è dentro e chi è fuori e questa noi la continueremo a chiamare democrazia.

Come al solito il governo Prodi si è dimostrato completamente incapace di portare a termine un qualsiasi obiettivo prefissato tra cui, ricordiamo:

  • legge sulle convivenze (Pacs),
  • legge sul conflitto di interessi,
  • riforma del sistema radio-televisivo.
Riuscendo solo in una timida riduzione del deficit, non ha fatto altro che alimentare il luogo comune che: "alla sinistra piace alzare le tasse". Fatto che l'ormai prossimo Governo Berlusconi non esiterà a sfruttare, quando si troverà in condizioni di alleviare la pressione fiscale.



E' vero... lo ammetto! Il video è solo una scusa per ascoltare il bellissimo pezzo dei Pink Floyd in sottofondo.

 
 

Educazione Civica

Quello che è successo, e sta succedendo, a Napoli è solo un possibile sviluppo estremo di un problema più serio e diffuso ovvero: trovare una soluzione sostenibile per l'inquinamento.

Quando si affronta questo problema, è facile travisare il significato dell'aggettivo sostenibile.
Sembra che la risposta al problema debba essere sostenibile per la natura e per la nostra Terra così sfruttata e maltrattata, ma è facile dimostrare (ed è stato fatto) che alla Natura, del nostro comportamento su questa Terra, non interessa un fico secco.
Dobbiamo trovare una risposta sostenibile per noi, esseri umani o, se si è abbastanza egoisti da considerarlo uno sforzo eccessivo da sostenere per i figli degli altri, almeno per i nostri figli.

Continuando così, inquinando indiscriminatamente con rifiuti tossici e riempiendo l'aria di micro e nano-molecole dannose, presto la vita sulla Terra diventerà sempre più insalubre, rendoci sempre più difficile procurarci del cibo che non ci uccida prima dei trent'anni perché inquinato. Senza considerare che l'assottigliamento dello strato di ozono potrebbe uccidere molto prima qualsiasi forma di vita terrestre (non acquatica) per irradiazione ultravioletta.
Ma sulla Terra continuerà sempre a funzionare quel meccanismo perverso che va sotto il nome di evoluzione e che potrà ripartire sempre da quel poco rimasto per riportare alla vita l'intero pianeta: per la Natura continuerà a prosperare sulla Terra, con o senza di noi.
Se vogliamo esserci e Se non vogliamo condannare la nostra progenie all'estinzione è nostro dovere finirla immediatamente di credere nella Divina Provvidenza e rimboccarci le mani.

Questo è un video nel quale un esperto di tecnologie ambientali e consulente del Ministro dell'Ambiente, fa un quadro della situazione e delle tecnologie esistenti rivalutando enormemente quello che, ad oggi, viene presentato da tutti gli organi di stampa italiani, la panacea di tutti i mali: l'inceneritore.


 
 

Il Papa alla Sapienza 2


E' stato tutto inutile, come volevasi dimostrare. Il Papa non era presente all'inaugurazione ma il suo discorso è stato comunque letto. Il rettore dell'Università La Sapienza di Roma dovrebbe vergognarsi.
Tutti dire: "Avete imbavagliato il Papa", "E' a rischio la libertà di parola, come se il Papa non avesse modo di esprimere le sue idee o di farle sapere al mondo intero.
La libertà di parola è uno dei diritti fondamentali dell'uomo ed è un diritto che va difeso, ma i potenti ce l'hanno sempre avuto! E' il popolo che se lo è guadagnato con la lotta ed il sangue ed i Papi sono sempre stati in prima fila quando c'era da ammazzare qualcuno che diceva la sua.

E nessuno che si eleva dal coro a dire: "Il Papa è nudo!"

 
 

Il Papa alla Sapienza

Quando il potere temporale di Imperatori e Re era sottoposto al potere spirituale dei Papi, il reciproco riconoscimento di ruoli avveniva al momento dell'incoronazione, quando doveva essere il Papa a porre la corona sulla testa del futuro Sovrano.

Papa Ratzinger, volendo partecipare alla cerimonia ufficiale dell'inaugurazione dell'anno accademico 2007-08 della Sapienza di Roma, vorrebbe venisse riconosciuto un primato della religione (la sua) sulla cultura e la scienza.

Per fortuna, così come Napoleone al momento dell'incoronazione tolse la corona dalle mani del Papa e si incoronò da solo, la Sapienza è insorta ed ha aperto uno squarcio di laicità in questa Italia profondamente clericale.
Così il Papa sarà libero di tenere quante lezioni vorrà alla Sapienza, come almeno due dei sui predecessori hanno già fatto, ma come ogni lezione universitaria, con tanto di domande degli studenti e non ex cathedra durante una cerimonia.

Pertanto esprimo tutta la mia solidarietà ai 67 docenti firmatari della petizione, tra i quali alcuni dei maggiori fisici italiani.
Penso che ne avranno bisogno perché, forse, non è ancora finita.

 
 

Persepolis

Questo bel fumetto mi è capitato tra le mani un paio di anni fa durante una delle mie tante escursioni in libreria: la sua grafica semplice ed essenziale, in bianco e nero ma molto espressiva, mi colpirono subito.
La scelta del titolo è indicativa: come Persepolis era l'antica capitale dell'Impero Persiano, costruita da Ciro II intorno al 560 A.C. di cui oggi rimangono solo rovine a celebrazione dell'antico splendore del regno, così dell'antica libertà e del progressismo che erano presenti in Iran prima della Rivoluzione, oggi non rimangono che rovine.
Persepolis è la storia di Marjane Satrapi (l'autrice e disegnatrice) : nella prima parte vediamo i mutamenti politici dell'Iran, dalla Rivoluzione alla guerra Iran-Iraq, con gli occhi di Marjane bambina, mentre nella seconda la Satrapi narra della sua vita a Parigi, dove i genitori preoccupati per la difficile situazione in cui si trova il Paese - soprattutto per le donne - la inducono a trasferirsi.
La visione dall'interno di un Paese come l'Iran (di cui noi occidentali sappiamo ben poco sul piano culturale) e, per contro, la visione dall'esterno di noi occidentali è uno dei maggiori meriti di questo romanzo a fumetti raccontato sempre con ironia e sincerità anche nei passaggi più dolorosi per la sua autrice.
Da questa storia e con lo stesso titolo è stato anche tratto un lungometraggio animato - disegnato dalla stessa Satrapi e da Vincent Paronnaud - che ha vinto il Premio della Giuria al Festival di Cannes 2007 e di cui è prevista l'uscita nelle sale italiane il 22 febbraio 2008: dal trailer sembra proprio che il film sia all'altezza della sua versione su carta. Non perdetelo.

 
 

La Chiesa antievoluzionista

Francesco D’Alpa. La Chiesa antievoluzionista. Catania, Laiko.it Editore 2007, pp. 95, € 6,00, ISBN-13 9788895357027

Ordina online: Ordina questo libro su Laiko.it
È quasi sconcertante notare come una qualsiasi “apertura” della Chiesa venga prontamente celebrata, soprattutto dai mass media, come segno di progresso e di adeguamento al corso dei tempi, ignorando sistematicamente il fatto che ciò avviene contraddicendo in maniera palese una struttura dogmatico-ideologica proclamata come intoccabile fino a qualche secondo prima (ma considerandola nientemeno che la “verità” per antonomasia) e molto spesso con parecchio ritardo, più che altro sulla spinta dell’avanzamento delle conoscenze scientifiche raggiunte proprio in opposizione alla verità di fede e al suo “metodo”.

Questo sintetico ma corposo e suggestivo saggio – che spazia in maniera còlta tra testi sacri, atti vaticani, apologetica, esegesi e catechismo – illustra il tortuoso percorso attraverso il quale la Chiesa ha apparentemente aperto alla concezione evoluzionistica, da una parte rigettando di fatto il principio di “inerranza” assoluta della Bibbia sulla quale ha basato per almeno un millennio la sua autorità; dall’altra, in nome di interpretazioni allegoriche spesso di comodo o estremamente forzate, inaugurando quella che l’autore in maniera azzeccata chiama «teologia tampone» – che in realtà è quella stessa attitudine relativista imputata alla scienza e alla miscredenza. Tant’è che D’Alpa si chiede: «Se infatti la tradizione magisteriale può parimenti convalidare conclusioni radicalmente opposte su argomentazioni così vicine al cuore del cattolicesimo, come si può credere che la dottrina si fondi su una “verità” assoluta?».

La recenzione di Valentino Salvatore continua sul sito.

 
 

Dio è Morto

Non è certo una novità, ma Dio è morto.
La maggior parte delle persone, in realtà, non se ne è ancora accorta ma Dio è morto anche per loro: non è un fenomeno che interessa solo gli atei miscredenti.

Ma cosa vuol dire che Dio è morto?
Forse non sono in molti a chiederselo perché è una frase fin troppo inflazionata con un significato che sembra evidente ma che sfugge ai più; infatti:

"Dio è morto" non è inteso letteralmente, come in "Dio è ora fisicamente morto", piuttosto è la maniera di Nietzsche di dire che l'idea di Dio non è più fonte di alcun codice morale o teleologico.
[cit. wikipedia]
La spiegazione più chiara e concisa che abbia mai sentito a riguardo è firmata Umberto Galimberti, che si può esporre così:
Prendendo in cosiderazione il Medioevo non si può prescindere dall'idea di Dio per capirne l'arte, da Michelangelo a Dante, la filosofia, da Sant'Agostino a Cartesio, la politica dei Re e dei Papi e persino la vita sociale dei più umili: se togliessimo Dio, il concetto di Dio, niente avrebbe più senso. Oggi invece Dio non serve più a spiegare l'arte, non serve a spiegare né la filosofia, né la politica, né nient'altro mentre non possiamo fare a meno della Tecnica, della Scienza e dell'Economia.

Ogni tanto e sempre più spesso, qualcuno tenta di ricacciare l'idea di Dio nel nostro mondo ed a forza di spingere, sfruttando la potenza politica che le religioni ancora detengono (immeritatamente), qualcosa ottengono. Ma vorrei ricordare a questi individui, che Dio non è ancora morto in tutto il mondo: se vogliono possono ancora vedere con i loro occhi come si presenta un mondo nel quale Dio è vivo e vegeto andando in Iraq, in Afghanistan, in Pakistan et al.