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ADSL Libero!

Se fossi superstizioso direi che iniziare il mio nuovo e fiammante blog con un post di lamentele e recriminazioni è decisamente infausto; ma non lo sono, pertanto...

Antefatto:
Ho una connessione ADSL 4Mega con un operatore telefonico che forse è bene non citare (ma che ho abilmente camuffato ne titolo del post ) e, dato che lo stesso servizio è offerto a costi minori se fornito da una linea ADSL 2+ persino dal mio stesso provider, ho deciso di fare l'upgrade!
Purtroppo ho scoperto che il mio provider non mi raggiunge con l'ADSL 2+, pertanto sono costretto a cambiare gestore.

San Bersani?
Fino all'anno scorso disdire un abbonamento ADSL era alquanto difficoltoso; era necessario, infatti, attendere la scadenza naturale del contratto, della durata di un anno, oppure pagare una mora pari al totale delle mensilità non ancora corrisposte.
Per fortuna è arrivato il Decreto Bersani a sistemare le cose, obbligando i fornitori di servizi di telefonia e simili a garantire il recesso immediato dei contratti con i clienti, senza mora; visto che le spese effettive per la cessazione del servizio a carico del provider sono irrisorie.

Ma (ci deve sempre essere un 'ma'), ai suddetti fornitori di servizi, è bastato cambiar nome alla mora per continuare a tassarci.
Se l'avessero chiamata bionda avrebbero, almeno, dimostrato un minimo di sense of humor, invece le hanno dato il, ben più freddo, nome di contributo di disattivazione che varia allegramente dai 40 ai 60 euro a seconda di quale compagnia avete la fortuna di usare.
E le sorpese non finiscono: adesso dovrete pagare il contributo di disattivazione anche se aspettate la scadenza naturale del contratto ovvero, in pratica, se non rinnovate ogni anno il contratto con il vostro fornitore di connessione ADSL, siete obbligati a dargli un contributo.

Non è racket, questo?

Se ne occupato anche Altroconsumo: qui.

 
 
 
 

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