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Perché mi sono sbattezzato

Sperando che non diventi un'abitudine, mi sento costretto a rispondere (virtualmente) ad un non meglio specificato Don Antonio Marini che in una lettera sulle pagine del Tirreno di oggi (un diffuso giornale di provincia) scrive: "Più che atei sembrano brigatisti".

L'Argomento del contendere è stato introdotto nello spazio delle lettere da una precedente missiva intolata "Perchè mi sono sbattezzato" e citata nella risposta di Don Antonio.
Tale lettera, che purtroppo non ho potuto leggere perché non sono un assiduo lettore del Tirreno, viene usata per accusare gli atei tutti di intolleranza e di terrorismo, accusa ormai molto in voga per delegittimare gli avversari, politici o filosofici che siano, ed a cui non ho nessuna intenzione di rispondere.

Nella sua lettera, Don Antonio, liquida in poche righe le motivazioni di chi voglia sbattezzarsi:

Per la Chiesa il battesimo è un sacramento e come tale non può essere annullato per volontà dell'interessato. E anche chi non crede non dovrebbe neppure sentire il bisogno di cancellare il fatto avvenuto.
Adesso, lungi da me l'idea di elencare le motivazioni che mi hanno spinto a sbattezzarmi e per le quali rimando gli interessati a questa pagina del sito dell'UAAR, volevo far presente a Don Antonio che, benché per un credente possa sembrar impossibile, a noi atei non interessa affatto il significato esoterico-iniziatico che voi cristiani date al battesimo e ci interessa ancor meno il fatto che voi consideriate annullabile o meno il presunto effetto salvifico che gli attribuite.
Per noi atei il battesimo è solamente una registrazione burocratica della nostra presenza in una setta alla quale non vogliamo appartenere e per la quale nessuno ci ha chiesto pareri al momento dell'adesione.

Quindi, se non fossi stato abbastanza chiaro, non è affatto nostro interesse cancellare il fatto avvenuto, noi vogliamo semplicemente che sia notificato che non apparteniamo più alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana.

Forse dovreste semplicemente finirla di considerarci pecorelle smarrite, nella speranza che un giorno potremmo tornare all'ovile, e cominciare a prendere atto che anche in Italia siamo liberi di far parte di altre altre religioni o di nessuna.

 
 
 
 

Posta un commento 3 commenti:

Ruby Slippers ha detto...

Ben detto! Mi trovi d'accordo su tutta la linea. :*

29 novembre 2007 alle ore 11:38

Anonimo ha detto...

Dunque, la chiesa afferma di aiutare il prossimo, e non solo, lo pubblicizza anche, tant'è che l'8x1000 fa miracoli! Quindi, sono indotta a pensare, che la chiesa consideri gli sbattezzati (come qualsiasi altra categoria non espressamente cattolica) come pecorelle smarrite, persone da recuperare moralmente, insomma persone da aiutare... Apro il Tirreno e che leggo???? Un prete che li offende! E' forse questa una nuova forma di comunicazione costruttiva? Da quando in qua le offese aiutano?

29 novembre 2007 alle ore 21:01

Bricke ha detto...

Concordo.

Volevo segnalarti che sbattezzati.it metti i link a i blog delle persone che raccontano il proprio sbattezzo. A me sta portando un sacco di visite.

10 dicembre 2007 alle ore 07:55

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